Listini asiatici verso una chiusura settimanale in rosso. I dati sull’inflazione statunitense più forti del previsto e i segnali più aggressivi della Federal Reserve hanno fatto crescere le preoccupazioni per un continuo aumento dei tassi di interesse
I titoli tecnologici sono stati tra i peggiori della giornata, con l’indice Hang Seng di Hong Kong, il KOSPI della Corea del Sud e l’indice Taiwan Weighted in calo tra lo 0,4% e lo 0,8%.
L’Hang Seng è stato anche il peggior performer in Asia questa settimana, con un calo dell’1,5%.
Gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite sono scesi rispettivamente dello 0,2% e dello 0,5%.
I listini asiatici hanno risentito dei dati sull’indice dei prezzi alla produzione negli USA, più alti del previsto per gennaio, che hanno fatto aumentare i timori su un intervento aggressivo della Fed.
Infatti, l’aumento dei tassi di interesse è un fattore negativo per i titoli asiatici, in quanto limita l’afflusso di capitali esteri nella regione. Si prevede, inoltre, che le banche centrali regionali aumentino i tassi in tandem con la Fed, inasprendo le condizioni di liquidità locali.
L’indice giapponese Nikkei 225 è sceso dello 0,7% e si avvia ad interrompere cinque settimane di guadagni consecutivi a causa della continua incertezza sul percorso della politica monetaria sotto il nuovo governatore della Banca del Giappone Kazuo Ueda.
Gli indici indiani Nifty 50 e BSE Sensex 30 sono scesi di circa lo 0,1% ciascuno venerdì. Tuttavia, questi due indici sono stati tra i pochi a fare da battistrada in Asia, salendo rispettivamente dello 0,2% e dello 0,7% questa settimana, grazie a una certa ripresa delle azioni legate al conglomerato Adani Group. L’azienda di punta del conglomerato, Adani Enterprises Ltd, ha registrato utili trimestrali forti questa settimana.
Fonte:www.investing.com