Listini asiatici sottotono questo venerdì tra la debolezza dei dati economici cinesi e i crescenti timori di un rialzo dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, anche se i titoli cinesi hanno beneficiato di alcuni acquisti speculativi e delle aspettative di stimolo
Gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite sono saliti di circa lo 0,5% ciascuno. Entrambi gli indici hanno toccato i minimi plurimensili all’inizio di giugno.
I rialzi degli indici della Cina continentale si sono riversati sull’indice Hang Seng di Hong Kong, che ha guadagnato lo 0,2%.
I dati di venerdì hanno mostrato che il settore manifatturiero cinese ha rallentato per il terzo mese consecutivo a giugno, mentre la crescita dell’attività non manifatturiera è diminuita più del previsto.
Ma i dati deboli hanno anche fatto emergere la possibilità di ulteriori misure di stimolo da parte del governo, che potrebbero aumentare la liquidità locale e sostenere i mercati azionari cinesi.
Le preoccupazioni per la Cina hanno pesato su altri mercati esposti al Paese: l’indice Taiwan Weighted ha perso lo 0,7%, mentre l’australiano ASX 200 è rimasto invariato, con gli investitori che si sono posizionati in vista di un potenziale aumento dei tassi di interesse da parte della Reserve Bank la prossima settimana.
I titoli giapponesi crollano a causa di un’inflazione persistente: il Nikkei 225 è sceso dello 0,6%, mentre l’indice TOPIX è sceso dello 0,8%. I dati di venerdì hanno mostrato che l’inflazione a Tokyo è aumentata leggermente meno del previsto a giugno, ma è rimasta ben al di sopra dell’intervallo di riferimento della Banca del Giappone.
I trader hanno anche bloccato i profitti sui mercati giapponesi dopo che sia il TOPIX che il Nikkei sono saliti ai massimi di 33 anni a giugno.
L’indice sudcoreano KOSPI che ha guadagnato lo 0,2%.
Fonte:www.investing.com