Borse europee deboli, Apple giù a Wall Street dopo il lancio del nuovo iPhone 15

Borse europee deboli, Apple giù a Wall Street dopo il lancio del nuovo iPhone 15

I prezzi dei nuovi iPhone, rimasti invariati, non sembrano aver convinto gli investitori. Oggi attesa per il dato sull’inflazione Usa, decisivo per la decisione sui tassi della prossima settimana

 

Avvio in rosso per le Borse europee nel giorno della pubblicazione del dato sull’inflazione Usa. Piazza Affari cede lo 0,3% insieme a Parigi, mentre Francoforte perde lo 0,4% nelle prime battute.

A Wall Street, ieri seduta in calo dopo la presentazione del nuovo iPhone 15 e del Watch Series 9, che non sembra aver convinto gli investitori. Il titolo Apple ha ceduto l’1,57%, il peggiore dell’indice Dow Jones. Apple ha lanciato due nuovi smartphone con la scocca in titanio (iPhone 15 Pro e iPhone 15 Max) mentre l’intera gamma iPhone 15 avrà una scocca più sottile e connettore Usb-C. I nuovi prodotti sono già in pre-ordine e a stupire è stato il prezzo, che almeno in Italia è più basso rispetto agli iPhone 14. Per un iPhone 15 128GB, per esempio, serviranno 979 euro contro i 1.029 euro del 14. Probabilmente la scelta sul prezzo, rimasto uguale negli Usa per la versione base (799 dollari), ha deluso gli investitori.

A pesare sul comparto tecnologico americano è stata anche la performance di Oracle, che sul Nasdaq ha ceduto il 13,5% dopo ricavi e una guidance sui ricavi al di sotto delle attese. Ma gli occhi degli investitori sono puntati su un altro dato che arriverà nel pomeriggio italiano dagli Usa: quello sull’inflazione, decisivo per le prossime scelte della Federal Reserve sui tassi la prossima settimana. L’attesa è per un dato core in raffreddamento al 4,3% dal 4,7% precedente, mentre gli elevati costi dell’energia dovrebbero mantenere il dato complessivo al 3,6%.

Domani, invece, sarà il turno della Banca centrale europea, con gli osservatori combattuti tra una possibile pausa e un aumento di 25 punti base.

L’andamento del prezzo del petrolio non fa ben sperare per l’inflazione, visto che nei mesi scorsi i costi energetici erano stati una delle componenti principali del carovita. Il greggio si mantiene sempre vicino ai massimi da 10 mesi, con il Brent sopra i 92 dollari e il Wti sopra gli 89 dollari, un elemento che preoccupa in chiave inflazionistica.

 

 

Fonte:www.financialounge.com