Avvio in rosso per i principali listini del Vecchio Continente, appesantiti dai dati macroeconomici di Germania e Cina. Negli Usa torna il timore di un possibile rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve
Partenza con il segno meno per Piazza Affari: l’indice Ftse Mib cede lo 0,5%. In rosso anche Francoforte e Parigi, che perdono rispettivamente lo 0,4% e lo 0,3%. A Milano Eni cede l’1,5% nel giorno del lancio del bond sustainability linked da un miliardo di euro. In evidenza Tod’s (+3,5%) dopo la pubblicazione dei conti.
I dati sull’economia cinese portano nuovi timori sui mercati globali. Nel mese di agosto le esportazioni di Pechino sono diminuite dell’8,8% su base annua, registrando il quarto calo mensile consecutivo, mentre le importazioni sono scese del 7,3%. Giù anche il surplus commerciale, sceso a 68,36 miliardi di dollari ad agosto rispetto ai 78,65 miliardi di un anno fa e al di sotto delle previsioni di 73,9 miliardi di dollari. Dati poco rassicuranti, che fanno pensare a un’economia che difficilmente raggiungerà l’obiettivo di crescita del 5% per il 2023.
In Europa, la Germania conferma le difficoltà con la produzione industriale di luglio scesa dello 0,8% rispetto al mese precedente (previsione -0,4%) e del 2,1% rispetto allo scorso anno.
Nella seduta di ieri Wall Street ha chiuso in calo in seguito ai dati solidi dell’economia, che fanno pensare a un nuovo possibile rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. A pesare è anche l’aumento del prezzo del petrolio, con il Brent novembre a 90,3 dollari al barile e il Wti ottobre a 87,25 dollari al barile. In aumento i rendimenti dei titoli del Tesoro, con quello a due anni di nuovo sopra il 5%, che pesano nuovamente sull’andamento dei titoli tecnologici.
Fonte:www.financialounge.com