Borse in rosso, Pmi cinese delude le attese

Borse in rosso, Pmi cinese delude le attese

Country Garden rimborsa cedole per 22,5 milioni di dollari ed evita in extremis il default, ma restano i timori sui listini asiatici e globali dopo l’indice Caixin sotto le previsioni. A Piazza Affari occhi puntati sul titolo Tim

 

Partenza in rosso per le Borse europee nella seconda seduta della settimana: l’indice Ftse Mib apre in calo dello 0,4%, mentre Francoforte e Londra perdono lo 0,6%. A Piazza Affari il titolo Tim apre in rialzo dello 0,4% sulle voci di un possibile aumento della valutazione della rete.

La Cina torna a preoccupare i mercati dopo la pubblicazione di dati macroeconomici deludenti. L’indice Pmi Caixin realizzato sulle opinioni dei responsabili acquisti delle aziende si è attestato a 51,8 punti nel mese scorso rispetto ai 54,1 punti del mese precedente: si tratta del ritmo di espansione più lento da inizio anno, contro attese per una lettura a 53,6 punti. Alle Borse cinesi non è bastato il pagamento di cedole per 22,5 milioni di dollari da parte di Country Garden, una mossa che ha permesso al colosso immobiliare di evitare in extremis il default.

Per quanto riguarda le banche centrali, da segnalare la decisione della Reserve Bank of Australia, che ha mantenuto i tassi fermi al 4,1% avvertendo, però, che l’inflazione non è ancora domata. Guardando all’Europa, in mattinata è atteso l’intervento di Christine Lagarde all’evento Legal Conference organizzato dalla Bce.

Sul fronte macro, è in programma la pubblicazione del Pmi Italia servizi di agosto, seguito dai prezzi alla produzione europei di luglio. Negli Usa, dove oggi riapre Wall Street dopo la pausa per il Labor Day, arrivano gli ordini dell’industria.

Sul mercato dei cambi, l’euro è poco mosso a 1,0781 dollari da 1,0791 ieri in chiusura. Tira il fiato il prezzo del petrolio dopo essere salito di oltre il 5% in cinque giorni in un contesto di mercato segnato dai tagli alla produzione dei paesi Opec+. Il future ottobre sul Wti segna -0,05% a 85,89 dollari al barile, mentre il contratto per novembre del Brent scivola dello 0,2% a 88,82 dollari.

 

 

Fonte:www.financialounge.com