Eni ha battuto le attese degli analisti sui risultati del terzo trimestre grazie soprattutto al business del gas, la cui guidance sul 2022 è stata rivista al rialzo
Il gruppo petrolifero ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto adjusted 3,73 miliardi, in crescita del 161% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma in linea con il trimestre precedente.
Il risultato, che si confronta con un consensus di 3,21 miliardi, è sostenuto dal robusto utile operativo e dai migliori risultati delle partecipazioni valutate all’equity.
L’Ebit adjusted del trimestre è stato di 5,77 miliardi, in linea rispetto al trimestre precedente, con il settore E&P in calo del 12%, a fronte di una robusta performance nel Ggp (Global Gas and Lng portfolio), il cui Ebit adjusted è balzato a 1,08 miliardi dopo il risultato a breakeven nel trimestre precedente.
Per il 2022 il gruppo prevede una produzione di idrocarburi di 1,63 milioni di boe/giorno, in linea con la precedente indicazione di 1,67 milioni, e dopo una produzione di 1,5 milioni di boe/giorno registrata nel terzo trimestre.
Nel settore Ggp la stima aggiornata vede un Ebit adjusted superiore a 1,8 miliardi da 1,2 miliardi della precedente stima.
L’Ebitda atteso di Plenitude per l’anno è confermato superiore a 0,6 miliardi, mentre nel downstream l’Ebit adjusted (Versalis e R&M pro-forma con Adnoc) è proiettato in rialzo a 2,5 miliardi rispetto alla precedente guidance di 1,8-2,0.
Il cash flow adjusted prima del capitale d’esercizio al costo di rimpiazzo è adesso atteso a 20 miliardi allo scenario di 100 dollari/barile rispetto alla guidance originaria di 20 miliardi in uno scenario di 105 dollari/barile.
Eni, infine, prevede di completare il programma di buyback da 2,4 miliardi entro fine anno. Da fine maggio 2022 fino al 21 ottobre, sono state acquistate 142 milioni di azioni al costo di 1,66 miliardi.
Fonte:www.reuters.com