Il settore dei servizi italiano è cresciuto a maggio per il quinto mese consecutivo, anche se a un ritmo più lento rispetto ad aprile e marzo, aiutando l’economia a compensare l’indebolimento del settore manifatturiero
L’indice Pmi Hcob, elaborato da S&P Global, si è attestato a maggio a 54,0 da 57,6 di aprile, ben oltre la soglia dei 50 punti che separa la crescita dalla contrazione.
Il sottoindice relativo alle nuove attività è sceso a 55,4 dal precedente 56,3, mentre l’indicatore relativo alle aspettative delle imprese è passato a 64,2 da 65,7. L’andamento dei prezzi continua a preoccupare, con il sottoindice dei prezzi input a 61,4 da 62,9, mentre la lettura dell’indice dei prezzi applicati è stata di 54,1, in calo da 54,4.
Il Pmi per il settore manifatturiero italiano, pubblicato giovedì, si è attestato a 45,9 per il mese di maggio, in calo rispetto a 46,8 di aprile, il livello più basso da maggio 2020.
L’indice composito, che combina servizi e manifattura, si è attestato a 52,0 a maggio, in calo rispetto a 55,3 di aprile.
Stando ai dati pubblicati la scorsa settimana, nel primo trimestre l’economia italiana è cresciuta dello 0,6% su base trimestrale, oltre le attese, in ripresa dopo il calo dello 0,1% del Pil registrato alla fine dello scorso anno.
Roma ha recentemente alzato le previsioni di crescita del Pil per l’intero 2023 all’1% dallo 0,6%, ma ha tagliato le previsioni per il prossimo anno all’1,5% dal precedente 1,9%.
Fonte:www.reuters.com