Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’accordo tra il Ministero dell’Economia e il fondo americano KKR & Co LP (NYSE:KKR) per la spartizione della società Netco, dove confluirà la rete fissa di Tim. È quanto emerge da fonti ministeriali
Per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il fondo americano Kkr rappresenta il naturale interlocutore per la rete di Tim. Un’infrastruttura che il governo italiano considera strategica. “Non è un caso se lo Stato italiano ci ha investito qualche miliardo del Pnrr per assicurare a tutti gli italiani di accedere a internet ad alta velocità con la fibra”, ha sottolineato Giorgetti durante la conferenza stampa successiva al Consiglio dei ministri.
Adesso è dunque operativo il memorandum d’Intesa firmato il 10 agosto. Al Mef andrà il 20% della società della rete fissa NetCo, per un impegno di circa 2,5 miliardi di euro, mentre l’investitore Usa se ne assicurerà circa il 65%.
Il passo successivo sarà quello di trovare ulteriori investitori che si facciano carico del restante 15% di Netco. In questo momento, il più accreditato è F2i, gestore italiano di fondi infrastrutturali, al lavoro per ottenere una quota del 10% mentre Cassa depositi e prestiti potrebbe rilevare il restante 5%. Difficilmente quest’ultima punterà più in alto, visto che l’istituto, partecipato all’83% dal Tesoro, possiede già il 60% di Open Fiber.
Infine, è probabile che entro fine mese il governo organizzi un incontro con Vivendi SA (BIT:VIV), primo azionista di Tim con una quota del 23,8%. Il gruppo francese, infatti, ha espresso a più riprese la propria contrarietà all’operazione e non è escluso che possa fare un rilancio, riaprendo così la partita per il riassetto di Tim.
Fonte:www.investing.com